Nel contesto delle cure palliative, uno degli strumenti più delicati e discussi è la sedazione palliativa o terminale. Questo trattamento rappresenta una scelta importante per garantire al paziente una qualità di vita dignitosa nelle fasi terminali della malattia, quando i sintomi diventano refrattari, ovvero non più controllabili con le terapie convenzionali.
Cos’è la Sedazione Terminale?
La sedazione terminale è definita come l’ utilizzo intenzionale di farmaci per ridurre lo stato di vigilanza del paziente fino alla completa perdita di coscienza, allo scopo di eliminare la percezione di sintomi intollerabili. Questi sintomi possono essere di natura fisica, come il dolore refrattario, la dispnea, il delirium o la nausea incoercibile, oppure di natura psico-esistenziale, come ansia, angoscia o terrore della morte.
Un sintomo viene definito “refrattario” quando non è più possibile gestirlo adeguatamente nonostante siano stati impiegati tutti i mezzi terapeutici disponibili e appropriati per quel paziente. La sedazione terminale non è una soluzione standard, ma deve essere sempre valutata con attenzione, rispettando i **principi etici** e garantendo che venga effettuata nel contesto di un piano di cure palliative condiviso tra il paziente, la famiglia e l’équipe medica.
Tipologie di Sedazione
Esistono diverse modalità di sedazione, che variano in base alla profondità e alla durata. Si parla di:
– Sedazione intermittente: permette al paziente di rimanere cosciente in alcuni momenti, richiedendo un’esperienza avanzata da parte dell’équipe.
– Sedazione continua: abolizione permanente della coscienza.
– Sedazione superficiale: consente un mantenimento parziale della coscienza, permettendo al paziente di comunicare.
– Sedazione profonda: abolizione totale della coscienza.
La scelta della sedazione dipende dalle condizioni cliniche del paziente e dalla gravità dei sintomi da trattare. Alcuni pazienti possono necessitare di una sedazione progressiva, che viene modulata in base al peggioramento dei sintomi, mentre altri, in situazioni di emergenza (come emorragie o crisi respiratorie), possono richiedere una sedazione rapida e progressiva.
Aspetti Etici della Sedazione Terminale
Un tema cruciale legato alla sedazione terminale è la sua distinzione dall’eutanasia. Secondo la **Dottrina del Doppio Effetto**, la sedazione terminale è eticamente accettabile se il fine non è la morte del paziente, ma il controllo dei sintomi refrattari. La malattia rimane la causa del decesso, non la sedazione. Il medico deve seguire un processo di titolazione accurato dei farmaci, monitorando attentamente il dosaggio per garantire un trattamento proporzionato alla gravità dei sintomi e mai con l’intenzione di accelerare la morte.
L’importanza del consenso informato è centrale: è fondamentale che il paziente, se in grado, o i familiari, siano pienamente consapevoli delle opzioni disponibili e che la sedazione venga offerta come un trattamento che rispetta l’autonomia e la dignità del paziente.
Il Ruolo del Medico e dell’Équipe nelle Cure Palliative
Il ruolo del medico e dell’intera équipe multidisciplinare è fondamentale nel processo decisionale che porta all’avvio della sedazione palliativa. La comunicazione aperta e trasparente con il paziente e la famiglia è un passo essenziale per garantire che vi sia una comprensione completa della situazione e delle scelte disponibili. L’équipe deve essere preparata a rispondere a domande difficili, ad affrontare le preoccupazioni della famiglia riguardo alla morte imminente e a fornire un supporto continuo anche dopo l’inizio della sedazione.
Un altro aspetto da considerare è il monitoraggio costante del paziente sedato: sedazione non significa abbandono. Anche durante la sedazione profonda, il paziente deve ricevere cure e attenzioni continue, e la famiglia deve essere accompagnata e sostenuta durante tutto il processo.
La sedazione terminale è una pratica complessa e delicata, che deve essere considerata come parte integrante delle cure palliative. È uno strumento potente, ma che richiede una valutazione attenta delle condizioni del paziente, un’adeguata formazione dell’équipe sanitaria e il rispetto di rigidi principi etici. In ogni caso, l’obiettivo primario è sempre il benessere del paziente, offrendo un supporto che permetta di affrontare la fase terminale della vita nel modo più dignitoso e sereno possibile.
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Dr. Francesco Paolo De Lucia
Medico Chirurgo – Cure Palliative – Terapia del dolore
Med. Responsabile “Fondazione Clotilde – Cure Palliative”
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