La nausea e il vomito sono sintomi comuni nei pazienti oncologici avanzati, con una prevalenza stimata tra il 6% e il 68%. Questo articolo esamina le migliori pratiche per la gestione di questi sintomi, con un focus specifico sulla nausea multifattoriale associata al cancro avanzato.

Cause della nausea oncologica

La nausea nei pazienti oncologici può essere causata da fattori specifici, come effetti collaterali della chemioterapia, ipertensione endocranica o ostruzione intestinale maligna. Tuttavia, una percentuale significativa di casi è attribuibile a cause multifattoriali, tra cui:

– Ridotta funzionalità peristaltica

– Ipercalcemia

– Declino della funzionalità renale subacuta

– Uso di oppioidi

Un recente studio prospettico condotto su 821 pazienti oncologici in Danimarca ha stimato che il 46% dei casi di nausea nei pazienti oncologici è multifattoriale.

Approcci terapeutici

Tradizionalmente, il trattamento della nausea si basava sull’identificazione del meccanismo primario (es. ritardo dello svuotamento gastrico o disfunzione vestibolare) e sull’uso di farmaci specifici come metoclopramide o ciclizina. Tuttavia, studi recenti suggeriscono che un approccio empirico possa essere altrettanto efficace.

Due studi randomizzati hanno confrontato l’uso di aloperidolo e levomepromazina:

Haloperidolo: Risposta del 74% con un tasso di risposta completa del 55,9%.

Levomepromazina: Efficacia simile all’aloperidolo, ma con maggiore sedazione.

Nota: La metoclopramide (Plasil®) è frequentemente utilizzata come farmaco di salvataggio, mentre l’ondansetron, pur essendo efficace per la nausea indotta da chemioterapia, è meno raccomandato per i pazienti oncologici avanzati a causa di costi elevati e rischio di stipsi.

Gestione di condizioni specifiche

  1. Ipertensione endocranica
    – Trattamento iniziale: Desametasone ad alte dosi (8 mg BID) per alleviare i sintomi.
    Imaging: La risonanza magnetica con mezzo di contrasto è la modalità diagnostica di elezione.
  2. Ostruzione intestinale maligna (MBO)
    – Approccio conservativo con desametasone (8-16 mg/die), antiemetici e idratazione parenterale.
    L’uso di contrasto idrosolubile orale (es. Gastrografin) può aiutare nella risoluzione dell’ostruzione.

La gestione della nausea nei pazienti oncologici avanzati richiede un approccio individualizzato e basato sull’evidenza. L’haloperidolo rappresenta una terapia di prima linea efficace e accessibile, con opzioni alternative come la levomepromazina per i pazienti più sedati. La scelta del farmaco deve considerare anche fattori come il costo e gli effetti avversi, garantendo una qualità di vita ottimale per i pazienti.

Dr. Francesco Paolo De Lucia

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