Nell’ambito della medicina palliativa, spesso si sente parlare di “cure palliative” e “terapia del dolore” come se fossero sinonimi. Tuttavia, esistono distinzioni importanti tra questi approcci, che emergono nel corso di una gestione clinica orientata al benessere globale del paziente. Abbiamo avuto l’opportunità di approfondire l’argomento con il Dr. De Lucia, specialista in cure palliative e terapia del dolore, per chiarire queste differenze e capire come questi interventi si integrano per fornire un supporto completo e personalizzato.
Dottor De Lucia, spesso sentiamo parlare di “cure palliative” e “terapia del dolore” come se fossero la stessa cosa. Ci può spiegare la differenza principale tra questi due approcci?
Certamente. Le cure palliative e la terapia del dolore sono entrambe fondamentali nella gestione dei pazienti affetti da malattie croniche evolutive o terminali, ma hanno obiettivi e campi d’intervento distinti.
Le cure palliative rappresentano un approccio globale che mira a migliorare la qualità della vita del paziente e della sua famiglia. Si tratta di un intervento multidisciplinare che non si limita a gestire il dolore, ma si occupa anche degli aspetti psicologici, sociali e spirituali del paziente. L’obiettivo primario delle cure palliative è quello di prevenire e alleviare la sofferenza in tutte le sue forme, che possono includere dolore fisico, ansia, depressione e problematiche esistenziali.
La terapia del dolore, invece, è una componente fondamentale delle cure palliative ma ha un focus più specifico: il controllo del dolore fisico. Si concentra sulle tecniche farmacologiche e non farmacologiche per ridurre o eliminare il dolore, al fine di consentire al paziente una vita quanto più possibile attiva e serena. In sintesi, la terapia del dolore è un intervento mirato a una specifica dimensione della sofferenza, mentre le cure palliative sono un approccio a 360 gradi.
Quindi possiamo dire che la terapia del dolore è una parte integrante delle cure palliative, ma non ne esaurisce il significato. Come si integrano questi due approcci nella pratica clinica?
Assolutamente, è proprio così. La terapia del dolore è un tassello indispensabile nelle cure palliative, ma rappresenta solo una delle componenti di un intervento molto più ampio. Nella mia pratica clinica, integriamo vari approcci per creare un piano di cura individualizzato, che possa rispondere sia alle necessità fisiche che psicologiche e sociali del paziente.
L’integrazione avviene attraverso un approccio multidisciplinare: oncologi, palliativisti, psicologi, fisioterapisti e altri specialisti lavorano in sinergia per identificare e trattare non solo il dolore fisico, ma anche il disagio psicologico e le altre problematiche legate alla malattia. La nostra priorità è comprendere a fondo la situazione del paziente, con un focus sull’ascolto e sulla personalizzazione delle cure, per ridurre non solo il dolore, ma ogni forma di sofferenza.
Può spiegare meglio in che modo viene effettuata la terapia del dolore all’interno delle cure palliative?
Certamente. La gestione del dolore nelle cure palliative segue solitamente un modello “a scala”, proposto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Questa scala prevede tre livelli: si inizia con farmaci non oppioidi per il dolore lieve (come paracetamolo o antinfiammatori), per poi passare agli oppioidi deboli e, infine, agli oppioidi forti per il dolore più intenso.
Accanto alla terapia farmacologica, consideriamo anche approcci non farmacologici, come la fisioterapia, le tecniche di rilassamento e, in alcuni casi, anche la neurostimolazione o i blocchi nervosi, a seconda della situazione clinica. È fondamentale che ogni intervento sia attentamente monitorato e adeguato all’evoluzione del dolore del paziente, per garantire il massimo controllo con il minimo impatto possibile sulla qualità della vita.
Al di là della gestione del dolore fisico, quali altri aspetti vengono affrontati nelle cure palliative per migliorare la qualità della vita del paziente?
Le cure palliative non riguardano solo la dimensione fisica, ma anche quella psicologica, sociale e spirituale. Quando un paziente si trova a dover affrontare una malattia cronica o terminale, possono emergere numerose problematiche emotive, come l’ansia, la depressione o il senso di isolamento. Noi ci occupiamo di queste difficoltà fornendo un supporto psicologico sia al paziente che alla famiglia, spesso attraverso consulenze psicoterapeutiche o la presenza di counselor e assistenti sociali.
Sul piano sociale, offriamo sostegno pratico alle famiglie per aiutarle a gestire l’organizzazione delle cure a domicilio o il supporto logistico, mentre l’assistenza spirituale è garantita qualora il paziente o i suoi familiari desiderino approfondire questioni esistenziali, etiche o religiose. Questi interventi sono pensati per alleviare il carico emotivo e migliorare il benessere complessivo, oltre che per garantire una dignità di vita fino agli ultimi momenti.
Come vede l’evoluzione futura delle cure palliative e della terapia del dolore in Italia?
In Italia, le cure palliative e la terapia del dolore stanno guadagnando sempre più attenzione e supporto, sia a livello normativo che sociale. La Legge 38/2010 ha rappresentato un passo importante nel riconoscimento del diritto a ricevere un’adeguata gestione del dolore e un’assistenza palliativa, ma c’è ancora strada da fare, soprattutto in termini di accessibilità e sensibilizzazione.
Credo che in futuro assisteremo a un ulteriore potenziamento dei servizi di assistenza domiciliare, che permetteranno ai pazienti di ricevere cure palliative a casa, evitando spostamenti e ricoveri non necessari. Allo stesso tempo, vedo crescere l’interesse per le nuove tecnologie, come la telemedicina, che potranno migliorare il monitoraggio e il supporto ai pazienti a distanza.
Le differenze tra cure palliative e terapia del dolore non devono confondere; anzi, capirne le peculiarità aiuta a cogliere il valore di un approccio olistico, che considera non solo il corpo ma anche la mente e l’anima. Grazie al supporto di specialisti nel campo delle cure palliative, sempre più persone affette da malattie croniche evolutive possono contare su una rete di cura che si prende carico di ogni aspetto della loro vita, restituendo dignità, serenità e conforto anche nei momenti più difficili.
Non esitare a contattarci:
Dr. Francesco Paolo De Lucia
Medico Chirurgo – Cure Palliative – Terapia del dolore
Med. Responsabile “Fondazione Clotilde – Cure Palliative”
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